Nella Pasqua di sangue del 1528 le truppe francesi misero a ferro e fuoco la città di Melfi, allora sotto il dominio spagnolo, mietendo più di 3000 vittime, i superstiti trovarono rifugio tra i boschi del Monte Vulture, presso la chiesetta rupestre dello Spirito Santo e lì attesero i rinforzi spagnoli, che giunsero il giorno di Pentecoste liberando la città dall’invasione francese.
In questo contesto storico emerge la figura di Ronca Battista, secondo la leggenda Giovan Battista Cerone, detto poi Ronca Battista, mentre si trovava nel bosco in una giornata d’inverno a tagliare la legna, incontrò una vecchietta che raccoglieva la legna per darla la fornaio in cambio di pane. Giovan Battista impietosito le diede il suo mantello per ripararla dal freddo e un pezzo di pane per sfamarla, la donna commossa dalla generosità del gesto, gli diede un bacio sulla fronte e conferì un tocca magico alla sua roncola.
Si narra poi che durante il sacco dei francesi Ronca Battista attese l’arrivo degli invasori e proprio con la sua roncola affrontò da solo i soldati francesi battendosi fino alla morte.
Nel centro storico di Melfi lungo il corso principale di Santa Maria ad oggi ci sono dei piccoli cartelli con raffigurazioni che raccontano la storia di Ronca Battista eroe melfitano.